Due cani bruciati vivi perchè abbaiavano, ad Albaredo (SO) omertà?

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Abbaiavano, e d’altronde erano due cani, cos’altro avrebbero dovuto fare? Abbaiavano e davano fastidio a qualcuno che, senza nemmeno dar loro la possibilità di difendersi dalle accuse, ha firmato la loro condanna a morte. Sono stati uccisi barbaramente, bruciati vivi nel recinto dove stavano dormendo, senza che nessuno sentisse nulla, senza che nessuno facesse qualcosa per strapparli a quell’assurdo destino. Bobo e Lea sono morti nella notte tra sabato e domenica, i loro padroni ieri mattina hanno trovato la loro cuccia in cenere, di loro solo pochi macabri resti.

È successo tutto ad Albaredo per San Marco, Valtellina, un paese di poco più di 300 anime sulle Orobie, in provincia di Sondrio. Uno di quei centri che sembrano non essere toccati dal passare del tempo, tranquillo e pacifico. Tra i «barilot», così sono chiamati in dialetto gli abitanti di Albaredo, però, si nasconde un freddo killer di cani. Capace, nottetempo, di dare fuoco a due animali rei, sembrerebbe, di abbaiare troppo e dare fastidio. A denunciare l’episodio, che si fa fatica a raccontare, figuriamoci a concepire, la padrona di Bobo e Lea, che ha deciso di raccontare quello che è accaduto ai suoi cani nella speranza, almeno, che chi sa qualcosa parli e il colpevole possa pagare per quello che ha fatto.

«Pensi che le persone abbiano un’anima, un cuore, una coscienza – diceMarzia Tarabini, che ha affidato la denuncia anche alla sua pagina Instagram, e il suo post è diventato virale sui social network -. Nonostante le atrocità quotidiane nel mondo, alla fine tu sei convinto che nel tuo piccolo certe cose non succederanno. Poi ti svegli una domenica mattina e scopri dolorosamente che una mano ancora ignota, ma certamente ignobile, durante la notte ha volontariamente bruciato vive due creature che hanno commesso un unico errore: abbaiare. D’altra parte erano cani. Bobo e Lea non hanno avuto via di scampo. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Omertà, comportamento vigliacco comune a tanti». E ancora: «Credo che chi abbia commesso questa meschinità non possa considerarsi una persona, ma neanche una bestia, offenderei i nostri poveri cani a definirla in questo modo. Le bestie uccidono per difesa o procacciarsi il cibo. Questa gente ha ucciso i nostri cani per cattiveria gratuita e merita disprezzo. L’unica cosa che mi sento di augurare a questi infami è che d’ora in poi la loro coscienza li tenga svegli durante la notte, ora che Bobo e Lea non potranno più disturbare il loro sonno».

La vicenda ha suscitato sgomento e indignazione, in paese e non solo. Ed è intervenuto anche il vicesindaco di Albaredo per San Marco, Patrizio Del Nero, che come molti altri invoca giustizia per Bobo e Lea. «Troppa omertà su tante cose, troppa vigliaccheria, troppa invidia – ha commentato -. Tolleranza zero e galera per i responsabili, che vanno assolutamente trovati. A qualsiasi costo». Ora indagano i carabinieri della compagnia di Sondrio. (Il Giorno)

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