Sigaro spaziale: asteroide o nave aliena?

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C’ERA da aspettarselo che ‘Oumuamua diventasse un osservato speciale. D’altronde si parla del primo asteroide interstellare ad essere visto. Un intruso cui danno la caccia in tanti, per conoscerlo meglio e per capire se possa addirittura vantare un’origine aliena (ma per quello che ne sappiamo finora no, nessuna traccia in tal senso). Dopo le prime indiscrezioni su forma e aspetto, arrivano oggi nuove informazioni sulla natura del corpo celeste: uno studio su Nature Astronomy mostra che l’asteroide è ricoperto da un cappotto di materiale organico. Un guscio che avrebbe protetto un cuore di ghiaccio e impedito che vaporizzasse durante il suo passaggio ravvicinato al Sole. Nel complesso, inoltre, quanto osservato porta a pensare che ‘Oumuamua sia molto simile ai corpi celesti già osservati e provenienti dai confini del Sistema solare.

Le nuove osservazioni dell’asteroide hanno messo insieme ricercatori da tutti gli angoli del pianeta, dal Cile, al Regno Unito alle Hawaii, e si sono concentrate per lo più sul determinare la composizione di questo sasso vagante nello Spazio. In particolare Alan Fitzsimmons della Queen’s University di Belfast e colleghi si sono concentrati sull’analisi della luce riflessa dall’asteroide, analizzando lo spettro delle emissioni per le lunghezze d’onda del visibile e nel vicino infrarosso. L’analisi dei risultati ha mostrato che ‘Oumuamua ha una superficie approssimabile a oggetti ghiacciati del Sistema solare con superfici asciutte, ricchi di carbonio. Frutto, azzardano i ricercatori, del bombardamento per milioni e milioni di anni da parte dei raggi cosmici.

“L’asteroide in oggetto avrebbe una superficie di materiale organico spessa circa mezzo metro che avrebbe funzionato nel tempo come una sorta di cappotto isolante, proteggendo l’interno ghiacciato dall’evaporazione durante il passaggio ravvicinato al Sole, a circa 40 milioni di km di distanza. Tutto questo anche se il riscaldamento avrebbe toccato i 300 gradi centigradi”, ha spiegato Fitzsimmons.

“Abbiamo scoperto che si tratta di un planetesimo (oggetti rocciosi alla base della formazione dei sistemi planetari o rimasti dopo questi processi, ndr) con una crosta ben cotta che somiglia molto a quella dei corpi più piccoli delle regioni esterne del nostro Sistema solare”, ha aggiunto Michele Bannister, tra gli autori del paper, “e ha una superficie tra il grigio e il rosso, con forma molto allungata, probabilmente con un aspetto e una dimensione paragonabili a quelle del grattacielo Gherkin di Londra”.

fonte:  http://www.repubblica.it/scienze/2017/12/18/news/il_sigaro_spaziale_non_e_un_corpo_alieno_-184506367/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P14-S1.4-T1

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