L’intrepida cagnolina Titina di Umberto Nobile
Quasi tutti i cani che abbiano visitato la regione artica l’hanno fatto trainando una slitta. Diverso è stato il caso di un’intrepida fox terrier che si chiamava Titina: la cagnetta arrivò al Polo Nord in tutta comodità-o quasi a bordo di un dirigibile. Prima del suo momento di gloria, Titina era una randagia che vagabondava per le strade di Roma mezza morta di fame , finchè una sera del 1925 ebbe la fortuna di imbattersi in Umberto Nobile, pioniere del volo in dirigibile. Da allora, Nobile e Titina (il cui nome viene dalla popolare canzone Io cerco la Titina) furono inseparabili. Condivisero il pericolo, l’avventura e, ahimè, la cattiva sorte.I due erano così affiatati che nel 1926 Nobile prese l’insolita quanto avventata decisione di portare con sé la sua mascotte nello storico tentativo di sorvolare in dirigibile il Polo Nord. La piccola Titina, che pesava solo 5 chili, non occupava molto spazio, ma-come fece notare piccato il comandante della spedizione, il famoso esploratore norvegese Roald Amundsen –gli spazi a bordo erano già così ristretti che i sedici membri dell’equipaggio non potevano nemmeno sedersi. L’unico passeggero a godere di quel lusso era proprio la fox terrier, che se ne stava accoccolata su un mucchio di provviste. Fatto sta che il viaggio al Polo a bordo del Norge rese la cagnetta la beniamina dei media. I dispacci provenienti dal dirigibile descrivevano nei minimi dettagli tutto ciò che la riguardava, dalle condizioni in cui viveva a cosa indossava (un maglioncino di lana rosso).La sua biografia venne addirittura pubblicata sul New York Times. Dopo il volo, Titina partì per una tournèe mondiale insieme a Nobile e incontrò tutte le personalità del momento, da Rodolfo Valentino a Mussolini. Il grande aviatore amava così tanto la sua pupilla che non si lasciava mai fotografare senza di lei. Ma la bestiola era destinata a condividere con i padrone anche i tempi più infausti. Il 25 maggio 1928, nel corso di un’altra spedizione al Polo, il dirigibile Italia su cui viaggiavano precipitò durante una tempesta. Il piccolo gruppo dei superstiti, tra cui Nobile e Titina, cercò di recuperare quel che restava dell’aerostato per costruirsi un riparo di fortuna in mezzo ai ghiacci, in attesa dei soccorsi, ma passò un mese prima che il gruppo venisse ritrovato da un aereo svedese.
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