Ricordando il disastro del Columbia

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Un boato improvviso e poi una lunga scia bianca, dalla quale ne partivano a pioggia molte altre: il primo febbraio 2003 finiva cosi’ la storia dello shuttle Columbia, a soli 16 minuti dall’atterraggio che avrebbe segnato il termine della missione STS-107, della durata di 15 giorni. A bordo c’erano sette astronauti, cinque uomini e due donne, vittime di quello che e’ stato l’ultimo grande disastro dell’era spaziale.
Celebre per avere inaugurato i voli dello Space Shuttle e salutato da tutti come “una svolta nella storia spaziale”, il Columbia aveva acceso grandi speranze. Aveva infatti dimostrato di essere una navetta riutilizzabile, la prima ad essere lanciata con uomini a bordo nel volo inaugurale dello Space Shuttle e la prima ad essere alimentata da un serbatoio esterno. Il sogno, allora, era di poter fare un viaggio a settimana a costi accessibili. La prima ombra su quella missione risale al momento del lancio, avvenuto il 16 gennaio 2003, quando un frammento del materiale isolante del serbatoio esterno si staccò, colpendo l’ala sinistra del Columbia. Il volo di andata fu regolare, così come i 15 giorni della missione. Nel viaggio di rientro nell’atmosfera, però, la lesione dell’ala sinistra permise ai gas caldissimi che lo shuttle attraversava di penetrare all’interno della struttura dell’ala, provocando la distruzione della navetta.
La prima enorme delusione riguardo al futuro del programma Space Shuttle era arrivata il 28 gennaio 1986 con la tragedia del Challenger, lo Shuttle esploso a 73 secondi dal lancio con sette uomini a bordo. Come una doccia fredda, crollava il progetto di fare della navetta americana una sorta di ‘autobus’ dello spazio. La lunga pausa imposta dall’esigenza di garantire la sicurezza aveva infatti costretto a diradare il calendario dei voli. Lo Shuttle e’ andato in pensione nel luglio 2011 e appartiene ormai a una vecchia pagina dell’esplorazione spaziale.
Il futuro che si presenta adesso e’ profondamente diverso, con missioni che vedono al fianco della Nasa molte aziende private e obiettivi ambiziosi, come il ritorno alla Luna e una missione su Marte con uomini a bordo. Uno dei simboli del passaggio alla nuova epoca e’ in dirittura d’arrivo, con il lancio di prova del grande lanciatore Falcon Heavy, atteso in febbraio.
Progettato e costruito per la Nasa dalla SpaceX di Elon Musk, il Falcon Heavy e’ stato progettato per portare in orbita carichi da oltre 60 tonnellate, per essere riutilizzato, ma soprattutto in vista delle missioni dirette al pianeta rosso. Dopo il primo test a Terra, nel Kennedy Space Center della Nasa fervono i preparativi per il lancio inaugurale, previsto dalla piattaforma 39A, la stessa da cui fra gli anni ’60 e gli anni ’70 erano partite le missioni Apollo dirette alla Luna. (ansa)

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