Non abbattete l’Orso M49 lo dice il Ministero

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L’orso M49, colpito da ordinanza di cattura firmata dalla Provincia di Trento, è stato catturato nella notte fra domenica e lunedì nella zona della val Rendena, ma dopo essere stato rinchiuso nel Centro Casteller, a sud di Trento, è riuscito a scappare scavalcando un muro elettrificato. Lo ha reso noto lunedì mattina il governatore del Trentino, Maurizio Fugatti.

“Se M49 si avvicinerà alle zone abitate, i forestali hanno l’autorizzazione ad abbatterlo”: ha detto Fugatti. “Il fatto che l’orso sia riuscito a scavalcare una recinzione elettrificata con sette fili a 7.000 volt, certificata dal ministero e da Ispra – ha sottolineato Fugatti -, dimostra il fatto come queste esemplare fosse pericoloso e ci fosse un problema di sicurezza pubblica tale da giustificare l’ordinanza di cattura, scelta non appoggiata dal Ministero”.

La ricerca dell’orso M49 avviene senza poter utilizzare il radio-collare in quanto l’apparecchio di localizzazione gli era stato tolto dopo la cattura, nel momento in cui era stato rinchiuso nel Centro faunistico Casteller da dove poi è scappato. Lo conferma la Provincia di Trento. La ricerca del plantigrado prosegue dunque a cura del Corpo forestale con l’utilizzo di squadre con cani per la ricerca degli orsi. Secondo quando fa sapere la Provincia, il plantigrado è stato in grado di superare la doppia recinzione elettrica (14 fili in totale) e la struttura di contenimento costituita da una barriera metallica alta quasi quattro metri. Ha superato inoltre due ulteriori recinzioni elettriche interne che lo dividevano dall’orsa DJ3, altro esemplare da tempo custodito nell’area faunistica. Le recinzioni elettrificate presenti nel recinto del Casteller – sottolineano i tecnici della Provincia – hanno una portata dai 6.000 agli 8.000 volt.

Diffida di Costa alla Provincia, non sia abbattuto. Una diffida affinché non si dia nessun ordine di abbattimento dell’orso M49 è stata inviata dalla Direzione generale del ministero dell’Ambiente agli uffici della Provincia di Trento. “Nessuna istruttoria fin qui elaborata dagli uffici, in collaborazione con Ispra, ha mai valutato il tema dell’uccisione dell’esemplare – sottolinea il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S) -. Il fatto che sia scappato dall’area attrezzata per ospitarlo, non può giustificare un intervento che ne provochi la morte. Il presidente Fugatti moduli legittimamente il suo intervento”. “Le inefficienze mostrate nella cattura, che non mi vedono e mai mi hanno visto concorde, reclamano professionalità e attenzione massima – ha proseguito il ministro -. Cosa che invece fin qui non è stata mostrata. E adesso si parla di abbattimento? Assurdo e paradossale”.

Zoologo: ripopolamento ben fatto, problemi marginali. Il ripopolamento degli orsi che è stato fatto in Trentino è stata una operazione coraggiosa e ben fatta. Tanto è vero che si è arrivati ad una popolazione di 50-60 esemplari. I problemi che si sono avuti con gli umani e le loro attività sono stati marginali. Sessanta cani avrebbero dato molti più più problemi. Se un orso dà uno schiaffo a una persona che si è avvicinata troppo, non è uno sbaglio di chi ha fatto il ripopolamento: è un episodio di normale coesistenza fra umani e animali selvatici”. Così il professor Luigi Boitani, docente di Zoologia all’Università La sapienza di Roma, commenta la vicenda dell’orso K49 in Trentino. “Un maschio di orso grosso, maturo e vivace, che è sempre vissuto in libertà, se viene messo in un recinto, il minimo che può fare è scappare – spiega Boitani -. Il recinto elettrificato dà la scossa all’animale, ma è solo una scossa per allontanarlo. Se l’animale vuole davvero scappare, non viene fermato dall’elettricità”. Secondo il docente, nella vicenda “l’errore umano può essere stato non aver fatto una dissuasione corretta nei confronti dell’animale. Gli animali vanno allontanati se si avvicinano all’abitato. Non so se i tecnici della Provincia di Trento, che sono preparati, abbiano potuto farlo”. Per Boitani, c’è differenza nel comportamento fra gli orsi d’Abruzzo e quelli del Trentino. Quelli abruzzesi non hanno mai aggredito nessuno, perché nei secoli sono stati sistematicamente abbattuti tutti gli esemplari più aggressivi e confidenti, e quelli rimasti sono geneticamente molto timorosi. Quelli trentini invece vengono dalla Slovenia, e hanno meno paura dell’uomo. In Slovenia, Croazia e Romania, ogni anno si registrano alcune aggressioni, il più delle volte dovute a comportamenti imprudenti delle persone. “Mi fanno molta più paura i rotweiler – conclude il docente -. Ogni anno diverse persone (anche bambini) vengono uccise dai cani. Eppure nessuno dice che bisogna eliminarli. Se orsi e lupi creano qualche problema, subito si chiede di abbatterli”. (ANSA)

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